4 febbraio 2008

Qualche dato per il supermartedì

A meno di sorprese dell’ultim’ora il Super martedì potrebbe non rivelarsi tale. Le coppie in testa di entrambi i partiti hanno qualche possibilità di non conquistare i delegati necessari per ottenere la nomination. E allora bisognerà aspettare Ohio, Texas, Vermont e l’altra pattuglia di Stati che non votano oggi. O persino – ma è improbabile - fino alla convention di Denver a fine agosto, quando entreranno in ballo i delegati di diritto, tra i quali Hillary dovrebbe godere di maggiori consensi. Clinton ha finora conquistato 249 delegati, Obama 181. Anche se lei vincesse il maggior numero di Stati, dato il criterio proporzionale della distribuzione dei voti non è affatto escluso che ad Obama vada un numero di delgati appena inferiore o superiore. Comunque vada, a meno che non sia Romney il candidato repubblicano, la corsa sarà tra senatori (e non tra governatori o presidenti uscenti e vice). Un fatto raro nelle elezioni Usa. Oltre agli Stati pesanti, da tenere d’occhio l’Alabama per i democratici e il Sud in generale per quanto riguarda la corsa repubblicana.

Ecco qualche dato sugli Stati più importanti. Tra parentesi qualche dato significante sulla partecipazione di maggioranze o minoranze etniche alle primarie democratiche del 2004. In ciascuno Stato al voto il supermartedì le donne elettrici delle primarie democratiche superano i maschi (i dati sono sempre del 2004). In Arizona, Connecticut, Delaware, New York, Oklahoma e Utah gli indipendenti non votano. Per i democratici si vota con il proporzionale mentre il sistema varia per il Grand Old Party – nove Stati sono “winner takes it all”.

California, delegati 370 Dem/170 Rep (8% afroamericani, 16% latinos)
L’avanguardia economico culturale del Paese. Apple e gli studios di Hollywood e una società tra le più diverse (53 comunità registrate a votare). Hillary è sempre stata in vantaggio, contava sul sostengo dei latinos, ma non si aspettava Ted Kennedy. Le ultime rilevazioni assegnano vantaggi minimi all’uno o all’altra. Tra i repubblicani McCain conta su Schwarzenegger e sulla poca forza del voto religioso dello Stato.
New York 232 Dem/101 Rep (20% afroamericani, 11% latinos)
Clinton qui gioca in casa. Nel 2006 è stata rieletta al Senato con il 67% dei voti. Obama conta sui volontari. E’ venuto tre volte nella tana del lupo. Hilary ampiamente in vantaggio, ma in flessione come ovunque. Qui a sostenere il candidato del G.O.P. c’è Rudy Giuliani che è appannato ma forte in città. I repubblicani dello Stato sono moderati.
Illinois 153 Dem/57 Rep
Obama la fa da padrone, Hillary non ha nemmeno comprato spot pubblicitari. Con il lavoro a Chicago Obama è diventato l’unico senatore nero della legislatura. Le ultime rilevazioni parlano di trenta punti di vantaggio per Barack. McCain conta anche lui su un vantaggio enorme.
New Jersey 107 Dem/52 Rep
Hillary è a un passo dal suo Stato, molti degli abitanti lavorano oltre l’Hudson. Ha fatto campagna, soprattutto tra le donne. Obama è convinto di portare al voto un elettorato nero che mai aveva votato prima. McCain in vantaggio anche qui
Massachussets 93 Dem/40 Rep (90% bianchi)
I sondaggi danno in vantaggio Hillary Clinton ma Obama può contare sull'appoggio del governatore Deval Patrick, l'unico governatore nero d'America, nonchè su quello di Ted Kennedy e di John Kerry, che hanno fatto entrambi campagna elettorale per lui nello Stato. E’ lo Stato dove Romney è stato governatore.
Georgia 87 Dem/52 Rep (47% afroamericani)
Il secondo voto nero. Dopo la South Carolina e il discorso alla Martin Luther King church di Atlanta i numeri per Obama nello Stato di Coca-cola e Cnn hanno preso a correre. Qui e in altri Stati del Sud ha puntato molto Huckabee. Gara a tre per il G.O.P.

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