29 febbraio 2008

Ohio, geografia politica di uno stato in bilico

L’Ohio è uno swing state, cioè uno stato in cui non c’è un partito storicamente dominante , conquistato alternativamente da Repubblicani o Democratici con uno scarto molto ridotto.
Per questo e per i suoi 20 voti elettorali l’Ohio è stato spesso decisivo nelle presidenziali (nel 2004 votando per Bush, nel 1992 per Clinton, nel 1976 per Carter).
L’Ohio ha sempre votato il candidato vincente ad eccezione di Dewey nel 1944 e Nixon nel 1960. Inoltre, nessun repubblicano è mai stato eletto senza vincere in Ohio.
Un’altra caratteristica del voto degli ohioans è il rifiuto per i democratici del nord est. Il loro voto è spesso anti-establishment (votarono contro FDR e JFK, ma a favore di Johnson e Carter, democratici del Sud).
L’Ohio è particolarmente significativo proprio per la presenza di regioni con una diversa geografia politica, zone fortemente democratiche (industriali e sindacalizzate) e zone rurali e conservatrici.
Gli analisti dividono lo stato in cinque regioni diverse. Quella di nord est, che include Cleveland e le aree industriali è storicamente dominata dai democratici, segnata da una forte presenza dei sindacati. Nel nord ovest agricolo prevalgono i repubblicani, anche se con una maggioranza esigua.
La zona del sud ovest è massicciamente repubblicana, sopratutto tra Dayton e Cincinnati (in queste zone sono apprezzati anche i libertari). Il Sud est, la zona degli Appalachi, è la vera swing area, in cui il risultato non è mai scontato, ma prevalgono solitamente i candidato con un agenda economica forte, che “protegga” gli interessi locali, come quella del senatore Brown.
La zona centrale, quella della capitale Columbus, ha una geografia politica tipica delle grandi metropoli americane, soprattutto della Rust Belt: un centro fortemente democratico (più povero) e la zona suburbana repubblicana (più ricca).

In vista delle prossime primarie il vantaggio della Clinton si sta assottigliando.
Gli ultimi sondaggi sostengono che Obama avrebbe conquistato parte degli operai bianchi e sindacalizzati, considerati la “base naturale” dell’elettorato della Clinton.
Per quanto riguarda le presidenziali è difficile azzardare previsioni. Le precedenti elezioni locali hanno dato risultati alterni.
Il governatore è democratico (Ted Strickland, eletto nel 2006) ma le due camere sono nettamente controllate dai repubblicani. I senatori sono uno democratico (Sherrod Brown eletto nel 2006) e uno repubblicano. I sindaci delle maggiori città sono tutti democratici.
Inotre, essendo uno swing state, in Ohio è particolarmente rilevante lo scontro per conquistare il cosiddetto issue voting di alcune fasce di elettorato.

La issue principale del 2004, in Ohio come altrove, era la sicurezza. Nel 2008, come evidenziato dalle analisi del Pew Reserch Center, gli elettori ritengono più importanti i temi economici.
In Ohio significa trovare alcune soluzioni per la crisi industriale e per il degrado che si accompagna a questa crisi. Le ragioni dell'affossamento dell'economia dell'Ohio sono molteplici, ma la perdita di posti di lavoro è da imputare effettivamente alla concorrenza di Cina, India e altri paesi in forte crescita. Si è deciso di investire altrove facendo scendere il totale dei lavoratori nel settore manifatturiero a circa 75o mila; nel 1996 erano più di un milione, un abitante dello stato ogni dieci.
La delocalizzazione oltre alla perdita di posti di lavoro ha comportato una serie di problemi economici e sociali come il crollo dei prezzi delle case e il degrado urbano, che rendono ancora più acuti i problemi derivanti dalla crisi.

A questo proposito vedi: http://www.detnews.com/apps/pbcs.dll/article?AID=/20080117/NATION/801170360/1020/rss09 (sul degrado urbano)

http://www.wfls.com/News/FLS/2008/022008/02072008/354337/index_html?page=2 (sull’abbandono delle case)

http://www.workinglife.org/wiki/The+Auto+Industry+Crisis+is+a+Health+Care+Crisis+(April+15,+2005) (sulle conseguenze sociali della crisi industriale)

Vengono proposti anche alcune soluzioni come quella di Sean Sufford del MIT basate sul rilancio della produttività e sulla ricerca.

(Matteo Dian)

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